L’inizio di una Guerra del Vaccino

L’ex vicepresidente Commissione Sanità Senato: Maurizio Romani

Sono al lavoro un po’ più di 100 équipe mediche, a fianco di una ottantina di aziende in 19 diversi Paesi.

Per questo motivo è ragionevole attendersi una pluralità di risultati e ogni ritrovato farmaceutico avrà proprie caratteristiche di efficacia, controindicazioni, persistenza, costo di produzione, effetti collaterali.

Ma quali interessi girano intorno alla scoperta del vaccino? Questi sono ricollegabili a quattro tipologie di soggetti:

  • Le équipe scientifiche,
  • Le case farmaceutiche,
  • La grande finanza (banche, società finanziarie e assicurazioni).
  • Gli Stati.

Quindi questo è solo l’inizio e per fermarli non basteranno questi post. Dovremo capire quali sono gli attori in campo, ma soprattutto avere chiaro che sul vaccino si sta profilando uno degli scontri geopolitici più aspri del momento. E quando la gara per trovare il vaccino sarà finita inizierà la guerra per il controllo della sua distribuzione e senza esclusione di colpi.

Ma arrivare per primo darà al vincitore un vantaggio relativo, perché a ridosso arriveranno altri e non è detto che il distacco temporale sia molto lungo, potrebbe essere solo di poche settimane.

In questo contesto è pensabile che i servizi di intelligence restino estranei alla partita? Ovviamente no!!

Ora inserite questo accordo tra Sanofi ed i sindacati dei medici di base e capirete la vera pericolosità della strada intrapresa, nella totale assenza di quelli che sono i principi etici della difesa della salute e del benessere delle persone…

È successa in silenzio una cosa di una gravità inaudita: la Sanità Italiana passa in mano a un colosso farmaceutico straniero.

All’ombra dell’emergenza covid19 si è consumato un colpo di mano senza precedenti, che “istituzionalizza” l’ingerenza dell’industria farmaceutica nelle politiche sanitarie e affida alla stessa non solo la formazione dei futuri medici, ma anche la revisione del sistema nazionale. Il colosso farmaceutico SANOFI ha siglato un accordo di intesa triennale con la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie e la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, finalizzato allo sviluppo di progettualità volte a formare i medici del futuro su diverse tematiche cliniche e per identificare un corretto orientamento in caso di emergenza sanitaria, picchi di gestione di condizioni o patologie stagionali.

Attraverso la sottoscrizione di questo accordo, stanno contribuendo a costruire le basi per una revisione sostanziale del Sistema Sanitario Italiano, del ruolo delle singole professioni e delle relazioni tra professionisti, autorità sanitarie e tutti gli attori che compongono il mondo della salute. Un totale stravolgimento della professione del medico di medicina generale, dove il mondo dell’industria rappresenta un elemento fortemente strategico e che porterà a un cambiamento generazionale della professione e un innovativo programma di formazione per i medici.

Una collaborazione che aiuterà a considerare anche la variazione dei modelli di offerta di salute e di evoluzione dello stesso rapporto medico paziente nella medicina generale.

Tale rapporto potrà essere caratterizzato da modelli di fiduciarietà evoluta, ovvero diretta o indiretta attraverso la tecnologia e il contatto a distanza. Comprensibilmente raggiante la multinazionale del farmaco e i suoi vertici.

«Siamo felici di poter annunciare la sottoscrizione di questo protocollo che ci vedrà coinvolti in un’inedita alleanza a tre nel fronteggiare le trasformazioni necessarie e le sfide che il nostro Sistema Sanitario dovrà affrontare già nell’immediato futuro»

ha dichiarato il Direttore Generale di Sanofi in Italia, Marcello Cattani, aprendo una fase che vedrà Sanofi, dunque, al fianco della medicina generale.

Vorrei rasserenare il direttore che “a fianco” in realtà c’era da tempo, direi pure dentro (e anche troppo), e ora ce la ritroviamo persino “sopra”.

Salute e benessere delle persone dipenderanno da Big Pharma in tutto e per tutto, i medici saranno formati da loro, seguiranno modelli stabiliti da loro, con procedure uniformate a loro. E quello che prima si configurava come ingerenza esterna, condizionamento improprio, ora sarà un processo interno, lecito e incoraggiato.

Un passaggio di una gravità assurda, che mina irrimediabilmente la salute e il benessere dei cittadini e delle future generazioni, cancella di fatto il loro rapporto di fiducia medico paziente, lede ogni principio etico, e viola lo stesso codice deontologico di chi esercita la professione medica.

Come potranno i medici giurare con coscienza e riuscire poi a rispettare il principio cardine di “esercitare la medicina in autonomia di giudizio senza accettare nessuna interferenza o indebito condizionamento” che limiti la libertà e l’indipendenza della professione?

Non potranno. Non potranno e non avranno più neppure gli strumenti per farlo.

Tra i medici di medicina generale e i medici di famiglia c’è, seppur rarissimo, chi sta già denunciando gli effetti che si prefigurano con questo accordo (di cui ovviamente non troverete titoli nei giornali o approfondimenti nei tg televisivi).

Sorvolo qua sul curriculum di Sanofi, come altre sorelle Big Pharma non immune a scandali (ricordo solo quello sul vaccino anti dengue, che tra il 2017 e il 2018, nelle Filippine, causò decine di morti tra i bambini vaccinati, nell’ambito di un programma di prevenzione a livello nazionale. La Sanofi ammise che il prodotto poteva mettere a rischio alcuni bambini. Un rischio non da poco, Ma non posso non annotare una sospetta concomitanza.

Qualche giorno prima dell’accordo con le associazioni italiane, Sanofi ne aveva siglato un altro con un colosso farmaceutico che a scandali e condanne non ha nulla da invidiare a nessuno: la Glaxo Smith Kline. L’oggetto dell’accordo è la realizzazione di un vaccino per coronavirus.

Contemporaneamente arriva l’accordo con il fronte medico italiano (accordo in cui è contemplata anche la materia emergenza) e già provo a immaginarmi tra i tanti fornitori di vaccino Covid 19 su chi ricadrà la scelta italiana.

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